Gli incendi portano devastazione come le alluvioni, ma i pasticci burocratici e gli interessi di parte rischiano di
essere ancor più dannosi. Lo sanno bene PURTROPPO i lavoratori di Forestas, che contro queste ed altre piaghe
potrebbero lottare in prima linea e che ogni anno ci provano, bloccati non dal fuoco ma dallo stesso contratto
che l’Agenzia è costretta (da anni) ad applicargli - nonostante sia fuori legge per l’annoso contrasto tra le regole
del pubblico e un contratto privato (inapplicabile). E quest’anno siamo al grottesco: uomini e mezzi di Forestas
- che come mostrato anche a Bitti - sono i primi ad arrivare negli scenari di emergenza, e gli ultimi ad
andarsene, rischiano di restare bloccati dall’incredibile decisione della Corte dei Conti che, se non rettificata e
ripulita dalle errate valutazioni (caldeggiate da chissà chi), impedirà di utilizzare un numero rilevante di operai
nell’imminente campagna antincendi, riducendo dell’85% lo schieramento utilizzabile per tutta la difficile
campagna antincendio di questa caldissima estate. E questo è forse il dato più preoccupante: mille operai
specializzati, e centinaia di mezzi di Forestas resteranno ai box in questa campagna antincendio che inizia male,
anzi malissimo! E siccome il contratto inapplicabile li costringerà a riporre l’attrezzatura antincendio, migliaia di
lavoratori di Forestas torneranno a protestare, già dalla prossima settimana, sotto le sedi istituzionali che,
dopo ben 5 anni dall’approvazione della Legge Forestale, ancora non hanno saputo trovare la quadra. E così il
primo sindacato dell’Agenzia (Sadirs) è sul piede di guerra: ha già proclamato lo stato di agitazione e
indetto
ben due sit-in per il 23 giugno: “Troviamo squallida e mistificatoria la polemica politica - di parte delle opposizioni e
delle ʻsolite organizzazioni sindacaliʻ (CGIL e CISL) - che attaccano gli assessori in carica e muovono alfieri contro le soluzioni
sottoscritte dalla maggioranza delle sigle sindacali e votate dall’intero Consiglio Regionale nel 2019 - dimenticando che la
cancrena sindacale procede indisturbata da anni, anche grazie ai loro errori, saccenti chirurghi che oggi esibiscono sterili
critiche mentre negli anni hanno portato il “paziente Forestas” al coma profondo in cui versa attualmente”. A questo
punto c’è poco da fare: la Corte dei Conti ha contraddetto il proprio orientamento degli ultimi anni e le sue
stesse raccomandazioni emerse a seguito delle indagini della procura per le “mansioni superiori” abusate in
Forestas: altrimenti solo una nuova soluzione legislativa potrà porre fine alle inefficienze ed alla incredibile
catena di errori e interferenze indebite che stanno trasformando in cenere ogni tentativo di mettere i lavoratori
dell’Agenzia regionale nelle condizioni di fare ciò che la Sardegna chiede loro.
Nella speranza che, nel frattempo, ad andare in cenere non siano i boschi della nostra isola.
S.A.Di.R.S - CISAL