Si
è svolta ieri sera a Maristella la tavola rotonda organizzata dai
Comitati di Borgata di Maristella, Sa Segada – Tanca Farrà e
Guardia Grande – Corea con argomento l'utilizzo dei reflui in
agricoltura. Tema sentito in agro, dopo la fallimentare esperienza
dell'utilizzo dei reflui nel 2011 che venne subito sospesa per
evidenti problemi acclarati dalla Provincia. Diversi interventi hanno
caratterizzato l'incontro, allo scopo di capire meglio quale fosse la
situazione e se i rischi legati alla depurazione dei reflui fossero
fondati.
Per
l'Amministrazione comunale è intervenuto Raimondo Cacciotto
ribadendo che, seppur il depuratore preveda l'utilizzo dei reflui in
agricoltura, questo non è l'obiettivo perseguito dall'Amministrazione, la quale è impegnata per trovare uno scarico
alternativo a quello nel Rio Filibertu e, quindi, nel Calich.
Cacciotto ha ricordato che, il Comune, ha firmato il protocollo
d'intesa con tutti gli enti preposti per la sperimentazione
dell'utilizzo dei reflui allo scopo di esserci e vigilare nei tavoli dove si
decide.
A
seguire ha preso la parola il geometra Cadinu mostrando e
dimostrando, attraverso numerose slide esaustive, le gravi carenze
che riguardano il depuratore di San Marco, un'opera nata male dal
punto di vista della programmazione e non assoggettata ai regolamenti
di legge. Il depuratore necessiterebbe di ulteriori investimenti per
renderlo idoneo all'utilizzo dei reflui in agricoltura: allo stato
attuale, l'assenza di bacini di miscelazione non ne consente l'utilizzo allo scopo.
Successivamente, il Dott. Enrico Muttoni, laureato in
chimica con esperienza nel settore, ha fatto presente l'affidabilità al 99% per cento dei depuratori: ciò significa che 4
giorni l'anno non funzionano, oltre agli innumerevoli problemi quotidiani che solo chi ha lavorato in un impianto può
testimoniare. Muttoni reputa negativo il progetto dell'utilizzo dei reflui depurati di San Marco sia se conforme, sia se non conforme alla legge, poiché vi
sono elementi che non vengono comunque depurati e accumulabili nel terreno, facendo l'esempio del sale da cucina, con danni che, a
lungo termine, possono essere incalcolabili. Per Muttoni la Sardegna ha
oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua disponibile e l'utilizzo dei
reflui non è una necessità: il problema principale è gestire una
risorsa strategica come l'acqua con un minimo di onestà.
La Dott.ssa Chiara Rosnati ha ricordato la fallimentare sperimentazione sull'utilizzo dei reflui in agricoltura fatta a
Cagliari 5 anni fa. Ha ribadito che il
depuratore non depura da tutti gli elementi potenzialmente pericolosi e i danni
ai suoli possono essere ingenti. Per la Rosnati si deve perseguire la politica di ottimizzazione del depuratore esistente, che presenta grandi criticità, anziché sperimentare ai danni di tutti gli agricoltori una procedura dagli effetti potenzialmente irreversibili.
Ultimo
intervento da parte di Mimmo Pirisi che ha sottolineato le scelte non
opportune dell'amministrazione Tedde, la quale aveva previsto un depuratore
in un sito delicato sapendo bene che, i reflui, non potevano comunque
essere utilizzati tutti, salvo nei tre – quattro mesi estivi (
dopo aver comunque realizzato il terzo stadio, la miscelazione idonea
etc..). Secondo Pirisi, lo scarico sul Filibertu e quindi sul Calich, continuerà ugualmente e quindi, i problemi di marea gialla, rimarranno
pressoché gli stessi, danneggiando ancora di più lo
stagno che in questi ultimi 4 anni ha visto compromesso l'intero
ecosistema interno. Per il consigliere comunale, il tema reflui di Alghero va affrontato tenendo conto di tutti gli
aspetti, comprese le esigenze dei diretti interessati, cioè gli
agricoltori della Nurra che, vista l'esperienza negativa del 2011,
guardano con sospetto e prudenza l'utilizzo dei reflui, salvo in casi
eccezionali.
In conclusione è emerso che, allo stato attuale, l'utilizzo nella Nurra dei reflui depurati non sia né necessario e neppure privo di rischi.